La moneta esiste da meno di tremila anni. Inizialmente, era impiegata prevalentemente per esprimere uno status sociale o a scopi cerimoniali (PARISE 2000), poi come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi, limitatamente alle classi dominanti, infine come mezzo di retribuzione del lavoro e come mezzo di scambio in un mercato di massa. Grazie alla rivoluzione digitale, da qualche decennio disponiamo anche di denaro virtuale, che, se sostituisse del tutto la cartamoneta, potrebbe inaugurare una nuova era: l’era del denaro elettronico. Fino ad oggi, però, non mi risulta che, a parte me (2007), una simile evenienza sia stata presa in seria considerazione e ritenuta realizzabile da alcuno. Andrea Terzi parla di evento “possibile, ancorché improbabile” (2002: 125), ma non spiega né come sia possibile, né perché sia improbabile.
Tanto la cartamoneta quanto il denaro elettronico altro non sono che strumenti e, come tali, possono essere usati a fin di bene o a fin di male, per l’interesse generale o per l’esclusivo interesse personale. È compito dello Stato indicare il tipo di moneta circolante e creare le condizioni favorevoli per il buon uso del denaro, oltre che vigilare contro ogni cattivo uso dello stesso. Pertanto, un modello politico potrà e dovrà essere valutato anche a seconda di come si pone nei confronti del denaro.
4.1. Il denaro DD
L’uso esclusivo di denaro elettronico è congeniale alla DD, perché comporta irrinunciabili benefici, che sono legati alla «traccia» che rimane registrata nel computer. Per quanto strano possa sembrare, questo piccolo dettaglio è in grado di produrre, senza spargimento di sangue, vantaggi di portata rivoluzionaria, come quello di rendere praticamente impossibile l’evasione fiscale, o di opporsi validamente ai traffici loschi e alle attività economiche illecite, o di creare condizioni di trasparenza nel mercato, o di semplificare i sistemi di pagamento, favorendo così l’onestà e la giustizia sociali. E a quanti affermano che la tracciabilità della moneta elettronica costituisca una violazione della privacy, possiamo rispondere con Cicerone: “i galantuomini cercano l’onestà, non l’invisibilità” (Off. III 9, 38).
4.2. Il denaro DR
Pur avendo la possibilità tecnica di abolire la cartamoneta, la DR si guarda bene dal farlo, perché non vuole porre fine ai giri di denaro illeciti, alla corruzione e alle attività malavitose, di cui forse beneficiano anche gli esponenti politici e le grandi imprese finanziarie che controllano buona parte del paese.
4.2.1. Mia esperienza
Verso la fine del 2006, amareggiato dal triste spettacolo offerto da una politica funambolica e beffarda, che prometteva e non manteneva, minacciava e ritrattava, diceva e non diceva, e deluso dalla Finanziaria bislacca del governo Prodi, che ha finito per scontentare tutti senza risolvere alcuno dei nodi strutturali economici del paese, mi sono deciso ad inviare ad una cinquantina di parlamentari una breve lettera, nella quale sottoponevo al loro giudizio la proposta: “sostituire la cartamoneta con denaro elettronico” (MUNI 2007: 55). Ho ricevuto solo tre risposte, tutte di tono negativo, e ne ho tratto la conclusione che i nostri politici non hanno alcuna voglia di risolvere i problemi legati al cattivo uso del denaro.
14. Il buon governo
15 anni fa
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